«Sono una donna veneziana, in questo momento con i miei settantacinque anni legati alla scrittura, sono una donna, in fondo, una donna e basta. Una donna che fatica a parlare di sé, della sua vita, della sua esistenza, sapendo che essa è simile ad altre vite, che la sua storia assomiglia a quella di infinite altre esistenze. E allora, perché parlare di me? Preferisco farmi schiva e non dimenticare la lezione di Carlo Emilio Gadda su quell'Odioso Io. "Chi dice «io» parla, magari senza saperlo, di qualcun altro, di un estraneo, di uno sconosciuto destinato a restare tale, sempre e comunque". Vale il motto rimbaldiano: «Je est un autre». "Io è un altro". E quindi, chi è questa donna che scrive? Le sue parole, i personaggi di Nati in sostituzione?, anche lei è nata in sostituzione? Forse in sostituzione della sua città, Venezia, sorella di luce e di pianto che ha dovuto lasciare? Affido alla lettura di queste pagine, all'incontro con gli esseri umani che le animano, la nostra conoscenza, ben sapendo che le nostre vite, oggi piegate dall'orrore della guerra, nulla possono di fronte alla violenza e alla morte...» (Andreina Corso). Prefazione di Giuseppe Goisis.