Se molto sappiamo del narratore Maurizio Maggiani, meno noto è il fatto che tra i tanti lavori svolti prima di diventare uno scrittore affermato c'è stato anche, e soprattutto, quello del fotografo: una passione che non ha mai abbandonato e che ha costituito, lungo i decenni, quasi un "secondo mestiere", in parallelo alla sua attività pubblica. Con la mostra Narciso meccanico. Una fotocamera per specchiarsi nel mondo, curata da Archivi della Resistenza, si vuole dare conto, per la prima volta, del vastissimo archivio fotografico dell'autore, con foto a partire dal 1971 fino alla più recente attualità (le ultime foto ritraggono l'alluvione che ha colpito la Romagna nella primavera del 2023). Non meno ricco è il repertorio proposto in questa pubblicazione: gli anni della contestazione e della ricerca di una nuova forma di vita liberata; gli esperimenti didattici nella scuola che si batte per l'inclusione; le lotte operaie e l'indagine sui lavoratori; il paesaggio e la città indagate in interiore homine, per comprendere le trasformazioni in atto; il ritratto sociale e gli affetti familiari; gli autoritratti e la fotografia naturalistica e, ancora, personaggi e fatti, fonti d'ispirazione per la sua narrativa. In questo alternarsi di stagioni individuali e collettive, si passa dalla fotografia di impegno e di documentazione sociale a un ripiegamento più esistenzialista, che mette al centro la ricerca formale e sembra talvolta approdare a una dimensione più metafisica dell'immagine, il tutto accompagnato da un'instancabile sperimentazione sulle tecniche e sui formati.