"Ha ragione Alex Trusty ad utilizzare il bianco e il nero per rappresentare i luoghi caratterizzanti di Napoli e del suo territorio: non ci possono infatti essere, cromie intermedie per narrare luoghi che, nella loro intima natura, sono duplici e opposti. Ancipite è la sirena Partenope, al contempo espressione di voluttuosità e minaccia; così è anche il Vesuvio, montagna fertile e distruttiva; ed infine questa è la natura della città, colma d'arte stratificata nei secoli ma anche vittima di risanamenti, sventramenti o progetti edilizi, come le Vele di Scampia, che non hanno potuto inserirsi nello spirito del luogo. Eppure, nonostante tutto, in questo liquido magmatico in perenne divenire, resistono lacerti e frustuli di identità. Di quale identità parliamo però è più complesso dire. Non una ma cento, tante quanto i popoli e le culture che nei millenni si sono succeduti in queste coste e hanno lasciato il segno: Greci di Rodi, di Cuma eolica, Sanniti, Lucani, Romani, Longobardi, Bizantini, Saraceni, Normanni, Francesi, Spagnoli. Il lavoro di Trusty dunque non solo ha valore artistico, ma è, a tutti gli effetti, un'azione di tutela e salvaguardia del genius loci." [dalla prefazione di Paolo Giulierini]