Nanoarte, ovvero l'arte in miniatura, visibile solo al microscopio, è il superamento di una frontiera, di un confine, di una necessità: quella dell'arte visibile o percepibile dall'occhio umano. Nanoarte gioca sul paradosso estetico di esporre idee, concetti e opere d'arte invisibili, ma non per questo inesistenti o irreali. Questa innovativa frontiera dell'arte, dimostra come il dialogo tra arte e scienza sia non solo possibile, ma prolifico e in grado di dare vita a nuovi progetti e movimenti artistici. La tecnologia diventando sempre più piccola e potente, penetra all'interno degli oggetti, delle macchine, persino nei corpi. Il progressivo rimpicciolimento della tecnologia è una tendenza "naturale", se pensiamo che le capacità di elaborazione dei piccoli microchip odierni (qualche millimetro quadrato), pochi decenni fa comportavano l'occupazione di un'intera stanza. Ma la frontiera del piccolo si è spinta molto più in là, oltre la barriera del visibile, sfidando i limiti atomici della materia e concependo dispositivi di dimensioni ultraminuscole. Nell'ultraminuscolo potremo trovare nuovi spazi per il pensiero artistico? La nanoscienza e le nanotecnologie oggi non sono più lontane ipotesi che il futuro ci riserva: sono già il presente. Il volume è pubblicato in occasione della mostra tenutasi a Bergamo a Palazzo Frizzoni dal 2 al 21 ottobre 2007.