«L'autore dopo aver passato in rassegna numerosi movimenti parafascisti arabi ispirati alle camice nere mussoliniane, traccia le direttrici della visione geopolitica e geostrategica del duce, orientata ad oriente e a mezzogiorno lungo due direzioni principali, ovverosia l'Asia e l'Africa, e ricorda lo storico incontro del dittatore italiano con il Mahatma Ghandi a Palazzo Venezia, entrambi su posizioni che - al di là del diverso atteggiamento verso l'uso della violenza (e della non-violenza) - si possono ben inserire in un quadro d'insieme decisamente antibritannico, sul quale il duce fece sempre leva nel suo disegno di emancipazione di quei popoli assoggettati che, dopo la guerra e la decolonizzazione, sarebbero andati a costituire il cosìddetto "Terzo Mondo". Rispetto al resto dell'Occidente Mussolini (forse ancor più di Hitler) rappresentò un interlocutore privilegiato nei confronti dell'Islam, da un lato, e del movimento sionista, dall'altro. Se la prima parte di questo competente studio di Livio Spinelli presenta una connotazione più propriamente politica, la seconda verte su una dettagliata ricostruzione storica del fenomeno espansionistico della potenza islamica.»