"Esiste una ragione che induca al raffronto tra i linguaggi delle diverse arti?", "È di aiuto affrontare il tema dei rapporti tra pittura e musica?": le due domande si specchiano l'una nell'altra. Intorno a "Prigionia, liberazione, solitudine" si gioca una irrisolta disputa, che disegna una geografia dei "champs du possibile", abbracciando sincreticamente filosofia, estetica e letteratura, e ripercorrendo lo snodarsi cronologico della funzione dell'arte nel tempo: lo spazio-tempo delle arti, di musica, poesia e teatro, circoscritto per secoli nell'architettura delle cattedrali, e disseminato poi fuori da esse. Unioni e dispersioni dei differenti linguaggi, a cui la scienza apporta, dalla fine del Seicento, nuove sollecitazioni.