È l'affresco di ciò che accade in un piccolo paese dell'Alto Jonio cosentino (la zona che Zanotti-Bianco e Isnardi chiamarono "penisoletta" e "Cenerentola") a cominciare dalla metà degli anni quaranta e fino ai nostri giorni. Una vita che si svolge tra carestie e frane, tra miseria e patimenti, a cui contribuiscono alcuni signorotti rendendo dolorosa l'esistenza di chi va avanti a stenti. Tommaso racconta la realtà della comunità tra incomprensioni, offese, abusi, perplessità ed entusiasmi, attraverso la sua sensibilità di ragazzo. Il "coro" dei giocatori di tressette commenta ad alta voce le vicende del paese. In questo clima di soprusi e abusi arriva un maestro elementare, figlio di un sarto, che parla di socialismo, libertà e uguaglianza. La gente apre gli occhi e comincia a pensare, o se già pensava, comincia a credere di poterlo fare senza terrore, tra il succedersi degli eventi l'epidemia di diarrea, la voracità spietata della scrofa cannibale e i falò dei santi bruciati in piazza.