L'intenzione di questo libro, che certo non s'illude di trasmettere qualcosa di rivoluzionario o di sorprendente sulla poesia di Montale ai colleghi professori o ai poeti che già ne sono "specialisti", è in primo luogo didattica. E anche per questo il suo tempo d'indagine è lungo, perché la sua stesura è durata vent'anni, ma anche perché oggetto di studio è un periodo creativo che si estende dalla partecipazione di Montale alla prima guerra mondiale (1917-19) fino alla conquista del Premio Nobel (1975). Scrive Bertoni: "Oggi come mai sono convinto che Montale sia una delle architravi, oltre che un modello, del Novecento letterario non solo italiano ma occidentale; e che invece la sua conoscenza diretta - almeno nella scuola italiana - si riduca ogni giorno di più ai pochissimi testi (introdotti peraltro da formule critiche semplificatrici e spesso sbagliate) proposti agli studenti in vista dell'esame di maturità. A ciò si aggiunge un ulteriore paradosso, che coinvolge lo stare in limine, sul limitare di una soglia senza mai risolvere in sintesi le contraddizioni aperte e paradossali dell'umana realtà, cosi tipico di Montale: se si guarda alla cronologia, infatti, la sua poesia è la pili recente che si studia nell'ultimo anno delle Superiori; ma è anche la più antica a poter essere riconosciuta canonica, dentro la tradizione del nuovo e del contemporaneo, oggi in Italia".