Vi sono pagine ancora poco conosciute della nostra storia, tra le molte vissute nella seconda guerra mondiale: una delle più dolorose è quella che riguarda i circa 716.000 militari italiani ridotti in schiavitù nei lager nazisti dopo l'8 Settembre 1943. Una vicenda importante non solo per i numeri ma anche per la palese ingiustizia e violenza subìta da questi uomini, che furono catturati, rastrellati e deportati nei territori della Germania nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell'armistizio. Identificati con il termine assolutamente arbitrario di IMI (Internati Militari Italiani), non furono mai considerati prigionieri di guerra. Privi della tutela internazionale che questo status avrebbe loro conferito, vennero rinchiusi nei lager nazisti, con scarsa assistenza e senza controlli igienici e sanitari, e obbligati arbitrariamente e unilateralmente per quasi due lunghissimi anni ad un massacrante lavoro forzato. Daniele Pizzoli propone un percorso letterario sotto forma di diario scritto dal nonno paterno Chiarino - internato IMI che non fece ritorno a casa e a cui il comune di San Giorgio Bigarello ha recentemente dedicato una pietra d'inciampo - immaginando di restituire le tappe di una storia personale che si incrocia con quella dell'intera Europa e di tutti coloro che, come lui, conobbero le durezze dei campi di lavoro e di internamento nazisti.