«Piazza del Duomo dal basso, piazza del Duomo dall'alto. Non potrebbero essere più diversi i modi di guardare di Marina Ballo Charmet e Gabriele Basilico. Quando ci siamo incontrati, qualche anno fa, per pensare a questa mostra sulla città, che tutti e tre abitiamo, Gabriele stava fotografando gli scavi di Porta Volta, i buchi su cui sarebbe stata costruito di lì a poco il nuovo skyline di Milano: la torre di Pelli, il bosco verticale di Boeri, il Diamante e le altre residenze che ora svettano in quell'angolo della metropoli. I buchi attraevano il suo sguardo, l'analogo opposto e rovesciato della Beirut devastata dalla guerra civile dei decenni precedenti. Rovine e buchi, macerie e scavi. Si era parlato una sera di tutto questo e anche del modo che Marina Ballo Charmet ha di guardare il mondo intorno a sé. Lei aveva già cominciato a percorrere il perimetro della piazza antistante il Duomo, ad andarci di notte e all'alba, per guardare pavimentazione, gradini, angoli, selciati, le rare persone. Così, dopo qualche conversazione e qualche cena conviviale, si era deciso di orientare lo sguardo entrambi su quel luogo su cui Gabriele stava già lavorando.» (Marco Belpoliti)