I due saggi qui raccolti si prestano bene per un approccio problematico alla storia di Milano nel periodo fascista. Da una parte sta la politica culturale del fascismo, finalizzata alla creazione di un vasto consenso di massa e all'imposizione di tematiche culturali coerenti alla visione che la dittatura vuoi dare di sé, dei suoi fini, del carattere della "nuova" Italia. Dall'altra un filosofo antifascista, appartato e fiero nel suo isolamento, dedito alla riflessione sui grandi temi dell'etica e della libertà.