Avventurandoci con i film di Michelangelo Frammartino nell'entroterra calabrese, ci ritroviamo immersi in un universo creativo in cui il fuoricampo ambientale sorge nel bel mezzo del campo umano mettendo in discussione i presupposti logici e percettivi della narrazione cinematografica. Un pastore anziano sembra mutarsi in capretto al momento della sua morte, un bosco umano invade gioiosamente un paese montano, l'inerzia degli oggetti quotidiani sembra abitata da imprevedibili forze terrestri: lasciatosi alle spalle la metropoli milanese, il cineasta ci invita in un territorio in cui i riferimenti abituali si smarriscono e il rapporto tra cinema ed ecologia può iniziare a essere osservato attraverso una prospettiva complessa capace di oltrepassare alcune scorciatoie concettuali caratteristiche di tale campo di studi emergente. Questo primo saggio monografico dedicato alle realizzazioni di Frammartino desidera presentarne gli snodi e gli interrogativi fondamentali proiettandoli nella cornice più ampia di una riflessione circa i legami che uniscono attenzione, ambienti e mediazioni. Tali obbiettivi non potrebbero essere perseguiti senza la compagnia di altre opere cinematografiche...