Una lunga carriera professionale coronata da una formidabile scoperta circa la solubilità delle sostanze e il loro impiego terapeutico: quella di Antonio Volpi è la storia di un farmacista di successo che ha però affrontato tutte le difficoltà della vita. Mi chiamavano Svante è il suo memoriale autobiografico, che racconta l'infanzia segnata dalla Seconda Guerra Mondiale con l'occupazione tedesca e lo sbarco di Anzio, quando lui aveva sei anni; gli studi universitari, quando passava 12 ore in laboratorio e veniva soprannominato Svante come il Premio Nobel per l'elettrochimica Svante Harrhenius; le esperienze lavorative e umane; le opinioni politiche; la malattia della moglie e, soprattutto, il rapporto conflittuale e problematico con la figlia.