Più che alle opere oratorie e filosofiche la fama di Apuleio è affidata al suo romanzo, Metamorfosi (secolo II d.C.), conosciuto anche col titolo di Asino d'oro . Composto nella piena maturità, narra le peripezie di un giovane di Corinto, Lucio, che a causa di un unguento magico assume le fattezze di un asino e che alla fine ritorna uomo grazie all'aiuto della dea Iside. Per la ricchezza dell'invenzione fantastica l'opera ha tutti gli ingredienti del romanzo greco di avventure, con colpi di scena, rapimenti, storie d'amore e digressioni erotiche - tra cui la perla della fabula di Amore e Psiche - che si susseguono in modo turbinoso. Ma ha anche le caratteristiche del romanzo mistico e iniziatico per il senso del peccato e l'ansia di espiazione che lo pervadono: la vicenda di Lucio, cui l'autore attribuisce le sue esperienze religiose con chiaro intento autobiografico, può infatti essere letta come allegoria dell'itinerario spirituale dell'uomo che le passioni degradano al livello dell'asino, bestia simbolo di carnalità e sensualità nella tradizione platonica, e che solo attraverso pratiche misteriche può redimersi.