Istruzione, fisco, lavoro e giustizia. Questi alcuni dei temi che più hanno caratterizzato il dibattito pubblico italiano dell'epoca Covid e su cui le riforme strutturali da attuarsi rappresentano la condizione necessaria per rispettare quell'ampia apertura di credito che l'Europa ha predisposto con i fondi che, loro volta, rientrano nel c.d. PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Temi cruciali di questa XVIII Legislatura che, per certi versi, hanno diviso e continuano a dividere le diverse forze politiche generando accesi confronti e non pochi attriti, ma che al contempo sembrano indurre le stesse a mettere d'accordo i rispettivi elettorati (i quali appaiono concordi su quali debbano essere le priorità da perseguire e su cui costruire la ripartenza post-Covid). Questioni attuali e sempre meno caratterizzate, però, da certezza risolutiva. La capacità di metamorfosi degli attori, tendendo alla più ampia trasversalità politica, saprà dare le risposte alle sfide delicate che il Paese attraversa in questa fase delicata? Tra alti e bassi, scelte di prospettiva discutibili ed urgenze, la Legislatura si appresta a vivere gli ultimi passaggi e non è detto che non vi saranno altri colpi di scena. C'è un unico obbiettivo a cui le varie compagini politiche e le diverse declinazioni in metamorfosi dovranno far fronte comune: consegnare alle future generazioni un Paese più moderno e competitivo all'interno di una Europa più solida e solidale.