Crocevia del teatro internazionale, nei decenni tra Sette e Ottocento l'opera italiana ridefinisce profondamente la propria drammaturgia: indaga nuove situazioni sceniche, metabolizza soggetti e modelli teatrali più disparati, li restituisce alle principali capitali europee in nuove forme sonore. Il trapianto da un sistema formale ad un altro genera metamorfosi che dilagano nei due sensi: mutano i soggetti narrativi e drammatici assimilati mentre definiscono nuove idee di musica scenica e di rappresentazione in musica. Non era stato un percorso lineare perché metteva in discussione convinzioni radicate, modelli mentali inconsapevoli, pratiche sociali vischiose e resilienti. Come spesso accade nelle vicende storiche, l'esito fu l'impredicibile risultante di energie differenti, la riflessione teorica ed estetica da una parte e la pratica quotidiana della bottega artistica di compositori, cantanti, librettisti dall'altra; talora assommate, talvolta divergenti, comunque con ordini di priorità diverse.