Nel Quattrocento, Rimini appartiene al novero delle città centro-settentrionali italiane di media grandezza, raggiungendo quasi i 10.000 abitanti. Il suo perimetro difensivo include ventidue contrade cui si sommano i quattro borghi maggiori. È circondata da una fascia di territori suburbani più intensamente coltivati, oltre i quali si estende il contado a destinazione prevalentemente cerealicola. In città, nel quindicesimo secolo, i settori dell'artigianato e del commercio si occupano essenzialmente della manipolazione e della commercializzazione delle materie prime derivanti dall'agricoltura, che risulta il vero fattore egemone della società; purtuttavia la presenza del porto garantisce una certa vivacità dei traffici e del movimento di persone. Nella sua opera, Oreste Delucca conduce un'indagine analitica su Rimini nel Quattrocento mai realizzata prima, mettendo a frutto la miriade di dati raccolti in oltre cinquanta anni di spoglio sistematico degli archivi riminesi. L'assemblaggio di numerosissime informazioni, quantunque singolarmente modeste, ha costituito un valore aggiunto, permettendo di ricostruire in maniera organica il quadro della vita socio-economica della città.