La Grande Guerra non fu solo elemento di distruzione di vite umane, di civiltà e di valori, ma costituì anche un immenso fattore di mutamento: nacquero le nuove forme di interventismo pubblico legate allo stato di eccezione, maturarono le strategie di controllo sociale, si svilupparono nuove forme di assistenza e di organizzazione del lavoro, mutò il rapporto tra popolazione e Stato, si modificarono costumi e mentalità. Utilizzando fonti archivistiche e documentarie, i saggi compresi in questo volume, già edito nel 1999 e ora ripubblicato con una nuova premessa, analizzano quali furono le scelte politiche della classe dirigente di fronte all'emergenza bellica e si soffermano al tempo stesso sulle trasformazioni avvenute durante la guerra nel comportamento e nelle mentalità popolari, queste segnate, soprattutto nell'ultimo anno del conflitto, da paure apocalittiche e da speranze millenaristiche. Tramite un'attenta ricostruzione della realtà economica, politica e sociale, il volume descrive quali furono i disagi che la popolazione dovette affrontare, come venne aumentando il distacco tra governanti e governati, e come progredì con esso la protesta popolare.