Il mito di Medusa assume le sembianze di un corpo fatto d'acqua e di pietra governato dalle leggi del sonno: diario di una metamorfosi noir e romantica. "La poesia che esprime quello che non si può normalmente esprimere: un tuffo nell'inconscio collettivo e personale. Un viaggio strano che ci permette di aver accesso agli affetti e alle emozioni rimosse in una specie di ipnosi catartica. Fa proprio impressione" (Thilde Barboni). Incontriamo poi Perseo dopo aver ucciso Medusa: l'ossessione della paternità, della maternità, dell'omicidio, la perdita delle coordinate della sua vita e della vita. "Cosa dunque è possibile? Solo l'oblio, e cantato in versi alti e supremi, e soprattutto contraddittorio: è bene obliarsi? O è un inganno ordito da non si sa chi, forse da centinaia di occhi che si schiacciano, serpi che schizzano, madri che necano, negano, scompaiono? Rispondere con una razionalizzazione è come non aver capito che siamo al di là di ogni ragionevolezza. Se perdersi è incistato nel nome, allora chi è perso è prima e dopo, è tutto, è PerseuSuite." (Roberto Giugliucci).