Con le meditazioni chisciottesche, Ortega indaga sulla peculiarità unica e irriducibile della vita umana, anche se il suo modo d'essere gli appare sotto forma di eroismo e tragedia, la cui espressione è affidata al romanzo. Dei molteplici approcci ermeneutici con cui è stata analizzata quest'opera unanimemente ritenuta fondamentale nell'evoluzione del pensiero orteghiano prediligiamo il significato filosofico con speciale riferimento al tema della vita circostanziale, che dev'essere salvata attraverso un rinnovato rapporto con la cultura, senza eludere la decisiva questione della verità, intesa come verità vitale e prospettiva. Benché incompiuto, da questo primo libro è possibile arguire uno schema sufficientemente organico, basato sull'insinuazione di una teoria metafisica del reale. Così il Proemio contiene la celebre definizione della vita come l'io interagente con la circostanza, con l'imperativo di salvezza di entrambi. La Meditazione preliminare sviluppa una critica della circostanza personale di Ortega e delle condizioni della Spagna del suo tempo. Infine, la Meditazione Prima delinea un'originale concezione del romanzo.