Dal XIV secolo alla fine del XVI, la vita sociale e culturale dell'Europa fu pervasa da un profondo rinnovamento, originato in Italia, che portò le arti e le discipline umanistiche a raggiungere livelli sconosciuti da più di un millennio. La gloria sarebbe stata raggiunta - si affermava con entusiasmo - asportando la ruggine del periodo medievale ed emulando gli antichi. Nuove invenzioni, tra cui quella della stampa, contribuirono a cambiare le basi della cultura: i libri si moltiplicarono e gli educatori erano felici di diffonderli. Fiorirono erbari illustrati e, nella rinascita dell'anatomia, le immagini del corpo umano nella Fabrica di Vesalio destano ancora ammirazione per forme e dettagli. Nel XVII secolo un contributo fondamentale all'avanzamento della medicina è dato da Harvey con la scoperta della circolazione del sangue, senza dimenticare quello apportato alla definizione della scienza e del metodo sperimentale da Galileo, Bacone e Cartesio. Grandi innovatori emergono anche nella chimica, nell'anatomia microscopica, nella definizione della fisiologia dell'organismo e delle malattie. È l'epoca in cui la rivoluzione scientifica in molti settori dello scibile pone fine alla concezione tolemaica dell'Universo e alla fisica aristotelica; fa emergere una visione più realistica della natura e del corpo umano; incrina profondamente l'impalcatura della tradizionale medicina galenica, creando i presupposti per il suo completo smantellamento nel secolo XVIII. La descrizione di questi eventi nel quarto volume di Medicina e Oncologia ci presenta la storia straordinaria dell'inizio della medicina moderna con il consueto stile fluente e numerose illustrazioni che non decorano, ma illuminano il testo.