In Oriente imperversa una nuova epidemia, la terza di questo secolo. Le notizie giungono frammentate ai cittadini di un mondo globale e tecnologico. Una minaccia atavica vissuta come distante da un'umanità per cui le parole contano sempre meno. Ma, improvvisamente, l'epidemia è fra noi. Nelle case e nelle strade, ora deserte, la nostra vita è di colpo sostituita da diffidenza, paura, solitudine, dolore e morte. La natura riprende i suoi spazi ed emerge, chiara, la nostra fragilità. Dieci parole fanno da guida a un gruppo di medici immersi nella pandemia e soli. Piccoli semi che, in un crescendo di idee, possono indicarci la via per rompere la solitudine e vivere un domani. Dieci parole che vivono nelle esperienze al limite di chi, negli ospedali e nel territorio, cerca di salvare e di chi, solo e disperato, cerca di non morire. Narrazioni di un periodo unico che ci ha segnato e che avrà avuto un senso solo se, alla fine, avremo imparato qualcosa su di noi e sul nostro pianeta.