«Tenere in mano una moneta o una medaglia commemorativa dà una sensazione piacevole, per certi versi attiva un legame arcano con il personaggio effigiato, verso il quale nasce l'impulso a conoscerlo e a studiarlo. Da bambino la mia piccola collezione di monete (e di francobolli) nacque così. La voglia di tenere in ordine e classificare la mia raccolta, mi è rimasta nel tempo, da quando aprivo i cassetti dei vecchi mobili alla ricerca delle monetine dei Savoia o del fascismo che erano sopravvissute alla guerra e ai traslochi. Andare sulle pagine dell'enciclopedia a leggere chi era Umberto I o Vittorio Emanuele III "re e imperatore" era tutt'uno e compilavo così schede su schede su re e imperatori, aquile, fasci e scene dell'antica Roma. Più tardi ricevetti in dono le prime monete d'argento, i "talleri" di Maria Teresa in uso nelle colonie italiane d'Africa e, alla fine, anche qualche monetina romana autentica. Sfregarle tra le dita mi trasmetteva il pensiero emozionante dei generali romani o cartaginesi che erano passati dalle mie parti, nelle rive del vicino Metauro, o mi ricordava che a Pesaro, "Pisaurum" , era stato pesato l'oro del riscatto di Roma tra il console Camillo e il re Brenno (e poco importa se poi imparai che era solo una leggenda).»