Parole graffianti e addolorate mescolate a un'autoironia che inserisce dei tocchi di consapevolezza arguta e allo stesso tempo di leggerezza, una leggerezza usata come un salvagente da cui guardare il proprio dolore e prenderne le distanze per poter andare avanti, per vivere, per trovare anche nel male qualche germoglio verde che dia un senso al tutto. L'autrice ci dipinge la sua anima con tinte decise dove non mancano però delle pennellate sottili e dorate con cui ci mostra la sua forza e la sua voglia di avere l'ultima parola su ciò che le accade, come è tipico delle anime forti, perché essere coraggiosi "vuol dire accettare le proprie paure senza farsi bloccare o limitare ma facendosi aiutare e accompagnare nel proprio cammino, anche questo è coraggio... E il coraggio dell'accettazione può essere un atto più coraggioso di un atto di forza."