"La differenza tra un professionista che scatta ai matrimoni, e sono tanti e sono bravi, oltre che pazienti, e un fotografo di matrimoni come Carlo Carletti, è nel fatto che Carletti non immortala, non ferma il tempo, il ricordo. Sa da sempre, anche se non gliel'ho mai chiesto, che è il matrimonio stesso a immortalarsi da sé. È costruito, progettato dalle famiglie, dagli sposi, perché sia un evento unico e possibilmente irripetibile, staccato dal prima e dal dopo. Carlo Carletti non segue la sceneggiatura, ne cerca una sua, è un direttore della fotografia di un film che ha un racconto proprio. È eleganza, è qualità formale. È una continua citazione dal cinema, soprattutto quello di Rossellini e di Visconti, è l'idea del movimento, del gesto fuori dai codici, è la riflessione sul bianco e nero che sposta il vero in un'altra dimensione, è l'inquadratura che apre sul paesaggio, che allontana per aggiungere elementi a un qualcosa che si farebbe da sé anche senza fotografia: ovvero il rito stesso del matrimonio." (dall'introduzione di Roberto Cotroneo)