Il testo fa sua l'ipotesi che l'informazione non costituisca unicamente uno specifico principio del digital design, ma rappresenti un valore trasversale del progetto di architettura e della sua costruzione. In tal senso, emerge come sia soprattutto l'esigenza di elaborare, trasferire e archiviare dati a richiedere, da parte del progettista, la capacità di estrapolare quelle "strutture" di informazioni che sono da sempre essenziali per la comunicazione all'interno dell'ecosistema di operatori responsabili dell'ideazione e della realizzazione fisica del progetto. Materia, prodotto, dato possono così rappresentare specifiche parole chiave in riferimento ad approcci di tipo artigianale, industriale e digitale nella gestione delle informazioni, che meritano di essere indagati rispetto alle trasformazioni cognitive e operative in atto nel settore delle costruzioni, soprattutto nella relazione tra la fase decisionale e quella esecutiva dell'architettura. Pur nella complessità dell'impostazione culturale e scientifica al progetto che caratterizza il lavoro del Renzo Piano Building Workshop, il testo individua nelle tre parole chiave gli "strumenti" mediante i quali è possibile interpretare l'evoluzione dell'approccio "informativo" al progetto di architettura e alla sua costruzione, attraverso una disamina di quelle opere dello studio RPBW ritenute esemplificative di una metodologia progettuale "data-driven".