"Maschilità, devianze e crimine" rappresenta una delle prime analisi italiane del rapporto tra maschilità e condotte devianti e criminali. Attraverso la problematizzazione del concetto di maschilità e del posizionamento teorico dei maschi all'interno del discorso socio-criminologico, il saggio mostra come il comportamento deviante e/o criminale "maschile" non possa essere interpretato facendo riferimento a predisposizioni naturali, a caratteristiche innate o a meri condizionamenti ambientali. Riferendosi alle più recenti ricerche e prospettive critiche contemporanee, l'autore evidenzia, in modo agile ma rigoroso, che fare il crimine per alcuni individui rappresenta una delle poche risorse di cui dispongono per fare anche la maschilità.