Gregorio Guglielmi, pittore romano approdato a Vienna grazie alla sua amicizia con il poeta cesareo Pietro Metastasio a metà degli anni cinquanta del Settecento, dipinge nel 1759 nella piccola galleria del castello di Schönbrunn, riservata alle feste private della famiglia reale, la "Glorificazione della Casa d'Austria". L'anno successivo, ma nella galleria grande, dedicata ai ricevimenti ufficiali, lo stesso artista raffigura l'apoteosi di Maria Teresa e del consorte, l'imperatore Francesco Stefano di Lorena. Gli storici dell'arte insegnano che Guglielmi supera qui la tradizione artistica barocca delle raffigurazioni sui soffitti, alla Tiepolo per intenderci. Un superamento che ha un suo corrispettivo anche in ambito più propriamente storico: studiosi autorevoli hanno, infatti, periodizzato la fase barocca della dinastia asburgica tra la battaglia della Montagna Bianca del 1620, quella che segna l'inizio della guerra dei Trent'Anni e, appunto l'esordio del regno di Maria Teresa, nel 1740. Ciò che qui più interessa è, però, il contenuto degli affreschi: da una parte vengono esaltate la mitezza e la misericordia della Casa d'Austria, la dinastia che, con un percorso plurisecolare, ha saputo assurgere a fasti invidiabili e invidiati, riuscendo a mantenere in famiglia ininterrottamente, tra Quattro e Settecento, la corona del Sacro Romano Impero. Dall'altra, la glorificazione della sovrana che ha salvato la casata dallo sfacelo, pur con tutti i suoi limiti...