«L'eccezionale attualità dei concetti espressi nel volume di Cataldi è strettamente legata all'esperienza della collina tortonese, quindi a esperienze che giustificano e avvalorano gli sforzi che da più direzioni si stanno portando avanti per valorizzare le immense e inespresse risorse dei 30 principali comuni collinari su cui poggia il vigneto tortonese. Gli argomenti esposti, in maniera sintetica ma completa, trattano tematiche di ampelografia, meteo-climatiche, agronomiche, viticole, patologiche, entomologiche ed enologiche. La personalità di Cataldi emerge dalle righe del suo scritto come quella di un operatore molto legato al territorio e che ne sa leggere ogni sfaccettatura, di ottima cultura e preparazione specifica. Sicuramente aveva ampie conoscenze su altre zone viticole in Italia e all'estero. Lo scrittore, da uomo colto, frequentando e confrontandosi con esperti e studiosi, non faceva fatica a dialogare e a trasmettere concetti ancora oggi, nella maggior parte, attuali e raccomandabili a vignaioli, viticoltori e agricoltori in genere. A mio modo di vedere, il vignaiolo e produttore di vini deve dividere equamente l'impegno aziendale tra cura della vigna e della cantina e aspetti della comunicazione: questo manuale, guidandoci nelle prime due attività, diventa un compendio alla terza, in quanto la sicura e competente conoscenza del territorio aiuta a diffondere i prodotti ottenuti in maniera più efficace di qualsiasi forma di campagna pubblicitaria.» «Se la maggioranza degli agricoltori, degli insegnanti elementari, dei bibliotecari, dei pubblici dipendenti del settore agricolo, avessero avuto a suo tempo la possibilità o l'umiltà di leggere, analizzare, assimilare e soprattutto diffondere questo «concentrato di buonsenso», l'immagine e la cultura vitienologica tortonese come pure alessandrina non si troverebbe forse ad avere un secolo circa di ritardo nel tentativo di collocarsi nell'universo dei consumi di alta qualità, mentre oggi ci troviamo a guardare come un miraggio la realtà francese, toscana e, da pochi lustri, anche quella langarola, molto più evolute in questo processo.» Walter Massa