L'ultimo trentennio dell'Ottocento fu caratterizzato, sul piano economico, da una grande depressione che determinò un netto rallentamento della crescita economica e degli scambi commerciali. Questa crisi, che ebbe forti ripercussioni in Italia provocando depauperamento e repressione, a Pisa ebbe effetti duraturi soprattutto nell'accentuare le differenze di classe, con il conseguente formarsi di due città contrapposte: quella borghese e quella popolare e proletaria. In questo libro si racconta, con una documentazione in gran parte inedita e originale, la genesi e il primo sviluppo di questo dualismo, che poi ha fortemente condizionato la storia della città anche nel secolo successivo. La città borghese difesa da un opprimente e occhiuto sistema repressivo - che trovò nei "birri" i suoi più fedeli e meticolosi esecutori - contro la città popolare e proletaria con i suoi "malfattori", apostoli del liberato mondo che animarono i luoghi del lavoro, i quartieri e i borghi popolari, le piazze, i vicoli, i mercati, le fiaschetterie, rivendicando un mondo di eguali e liberi da ogni sopruso e sfruttamento.