I saperi sulla malattia e sul corpo variano, di luogo in luogo e fra le culture del mondo. "Come" star male e "perché" sono oggetto di interpretazione, sono costrutti dell'immaginazione sociale e personale. L'esistenza è un fenomeno culturale e il corpo del malato ne parla il dialetto. Muovendo da questa constatazione, il volume prospetta l'urgente necessità e gli strumenti operativi di una medicina interculturale in grado di tradurre fra loro culture e malattie, luoghi e persone. Chi sta male, chi soffre, non è mai "fuori luogo" e non dovrebbe mai sentircisi, almeno fino a quando la parola "umanità" riuscirà a conservare significato.