Con sguardo spietatamente dolce e penna più simile ad un bisturi che a uno strumento di scrittura, Marzia Pistacchio, descrive una carrellata di donne. A volte forti, a volte deboli, a volte vincitrici, a volte vinte, ma mai dome. Donne o, come spesso le chiama l'autrice, femmine; tutte diverse, ma accomunate dalla voglia di non farsi schiacciare, di resistere, combattere e ribellarsi. Una sorta di maledizione sembra incombere su tutte loro, quella di appartenere a una "malarazza". Ogni storia si accompagna o intreccia ad una ricetta. A metà tra antologia e romanzo per racconti, "Malarazza" parla di cibo, donne, uomini e ossessioni. Con stile graffiante e crudo l'autrice narra situazioni estreme che, purtroppo, sono molto comuni. Una narrativa "di lotta" che vuole gettare luce sulla situazione degli ultimi e dare voce anche a chi, molto spesso, non ne ha.