Malamore è un libro sofferto, è un j'accuse crudo e asciutto del sistema che crea vittima e carnefice, che spinge gli attori verso l'epifania del loro destino. È la rappresentazione del male senza veli e senza pietismi. È denudare il dolore senza lacrime, senza misericordia, perché se ne prenda atto coscientemente. È svelare una realtà che nessuno vuole guardare, non nella sua completezza, dicotomia, dualità, poiché punterebbe il dito su mancanze oggettive nel sistema su cui regge la società: quando il male ti tocca, ti cambia per sempre. Come, dipende. Ma non sei più la stessa e imprevedibili diventano gli effetti futuri.