Nella lingua della bassa mantovana magnecrida sono persone fameliche e ambiziose che nascoste dietro ai lamenti sulla propria vita proclamano imperterriti il proprio credito con la sorte. In realtà, la storia li ha decretati vincitori, Contro di loro ci sono i deboli e i vinti, persone fuori contesto e marginalizzate, che la lontananza dal benessere rende invisibili. In questo romanzo l'autore si pone dalla parte di questi ultimi per raccontare la vita di una comunità rivierasca del Po nella prima tumultuosa metà del secolo scorso. I suoi personaggi, scolpiti dal fiume e dalla stagioni implacabili del clima padano, disegnano un affresco composito di famiglie povere e famiglie ricche; preti e arrampicatori sociali cinici e spietati; piccoli borghesi qualunquisti ed eterni clienti dei bar di paese; illusi e falliti; capri espiatori per forza e sadici arrivisti sempre pronti a congiurare. Ma in primo piano c'è soprattutto la guerra tra storia e memoria, dove la seconda rimuove sempre quel che non gli fa comodo, mentre la prima dimentica con facilità.