Benedetto Croce asseriva: "Non pensate alla morte. La morte non è un problema. Il vero problema è la vita". Infatti la vita è un mestiere difficile, impresa ardua, percorso impervio, accidentato, ad ostacoli. La vita è experimentum crucis, con tutti gli inquietanti interrogativi metafisici insoluti, con l'esercizio di pazienza, con le stigmate, i vulnus che ci marchiano, ci segnano, ma è anche opportunità, risorsa per autotrascenderci, evolverci, crescere in altezza, secondo un itinerario di perfezionamento ad infinitum. La sofferenza è macina, che nessuno può eludere come Alexandra Rendhell ben comprende, evidenziando con competenza, rigore e attenzione anche gli eventuali rischi connessi alla pratica magica o medianica del contatto con le altre dimensioni. "Memento mori", "Pulvis es et in pulverem reverteris", sì, ma noi non siamo solo un processo maleodorante di ossidazione e combustione: la nostra morte odora, anzi profuma di resurrezione.