Pietro scrivendo e dipingendo dà sostanza a ricordi ed emozioni che hanno segnato il caos della sua vita. Sfugge in tal modo la sofferenza provata nel mondo ottuso, spietato, violento, disperato e dolente, del riformatorio Cesare Beccaria prima e nei due ricoveri nel manicomio di Collegno dopo. Luoghi di clausura, dove domina la legge del più forte, il rituale assurdo, l'obbedienza cieca, la disciplina bieca, la sadica sperimentazione clinica. Grazie al potere salvifico dell'arte attraversa con notevole forza d'animo le tragedie personali e quelle di un secolo funesto.