Il lucchese Luigi Ghilardi scelse, da giovanissimo, di combattere per la libertà fino dai moti del 1831. Volontario in Spagna con altri italiani di formazione liberale, poi in Portogallo dalla stessa parte, di nuovo in Spagna, associò alle capacità militari, che gli consentirono una continua progressione di carriera, la preparazione politica nelle fila della Legione Italica e del movimento mazziniano. Alternò, quindi, all'esercizio della guerra pericolose missioni per la diffusione degli ideali repubblicani anche in Italia, dove si recò anche nel 1848 per mettere a disposizione della guerra d'indipendenza le sue sperimentate capacità di ufficiale. Fu compagno di Luciano Manara nel Trentino e Tirolo, rappresentante del Governo liberale siciliano per la formazione del nuovo esercito, comandante della difesa di Livorno del 10 maggio 1849, ufficiale dello Stato maggiore garibaldino nell'ultimo periodo di vita della Repubblica Romana. Emigrato in Messico, ed onorato come teorico militare e come ufficiale, fu anche lì tra i difensori della libertà, divenendo uno dei più stimati generali repubblicani e, in quella veste, conobbe l'estremo sacrificio per mano dell'esercito francese venuto a instaurare un impero. Coerente sempre, fu anch'egli un combattente dei Due mondi, mai dimentico della sua patria lucchese. Dopo le recenti riscoperte storiografiche la sua figura ha recuperato, anche in Italia, quella memoria ch il Messico ha sempre conservato riconoscendo in Ghilardi un eroe nazionale.