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A Ilaria Tuti piacciono i titoli che giocano con gli ossimori: dai Fiori sopra l’inferno a Ninfa Dormiente, passando per la deviazione dal genere thriller con Fiore di Roccia, ora è il turno di Luce della notte.
Luce della notte comincia con un sogno, quello fatto da Chiara, una bambina di nove anni che può condurre una vita normale solo lontano dal sole. E’ una bambina solitaria, una creatura strana e sensibile, il cui isolamento è acuito dall’ambientazione che abbiamo imparato a conoscere nei libri di Ilaria Tuti, quello dei paesini di montagna, abitati da comunità chiuse e che guardano al diverso con sospetto.
Chiara ha fatto un sogno terribile ma non è così convinta sia solo un sogno. E’ talmente terrorizzata che la madre decide di affidarsi a Teresa Battaglia, perché il commissario è una donna speciale:
Teresa poteva quasi sentire la traccia emotiva che la donna lasciava dietro di sé. Disperazione e speranza, paura e sollievo si mescolavano nell’aria che respirava, come in un frutto zuccherino appena intaccato dalla putrefazione. Polpa succosa e vermi.
Teresa ha un carattere d’acciaio ma un cuore bambino. La sua ruvidezza racchiude una profonda empatia perché sente il male. Ed è per questo che ascolta Chiara e ne segue le suggestioni trovando le tracce di un passato non troppo lontano consumatosi alle soglie del bosco.
Un passato che racconta di una pagina di storia europea che ha visto il male compiersi, e a continua vederlo.
Non possiamo svelare troppo di Luce della notte senza incappare nello spoiler, ma ritroviamo tutto quello che abbiamo amato degli altri due libri: la ruvida e gelida ambientazione montana del Friuli Venezia-Giulia, la scrittura lirica e insieme tremendamente concreta, l’innocenza dei bambini, le dinamiche sarcastiche tra Teresa Battaglia e il suo collaboratore Marini. E poi naturalmente la lotta di Teresa con sé stessa e con la malattia che si sta prendendo pezzo a pezzo la sua bellissima mente senza però intaccarne le straordinarie intuizioni:
Teresa li lasciò discutere senza intervenire. Era sempre un buon esercizio interpretare la parte dell’avvocato del diavolo, osservare i fatti dalla prospettiva più scomoda, quella che di istinto non si abbraccerebbe. Funzionava nel lavoro tanto quanto nella vita.
Luce della notte di Ilaria Tuti si riconferma come quel tipo di lettura perfetta per chi vuole dimenticare il mondo fuori e immergersi in atmosfere e sensazioni, per il puro piacere di leggere fine a se stesso.
Curiosità
In Luce della Notte vengono citati tre libri, tutti amati dalla nostra Teresa Battaglia: L’incubo di Hillhouse di Shirley Jackson, La Strada di Cormac McCarthy e Il piccolo principe di A. Saint Exupery.
Segnaliamo inoltre che a giugno 2021 esce il nuovo capitolo della serie dedicata a Teresa Battaglia, che sarà intitolato La figlia della cenere.
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