La condizione umana, la storia, il linguaggio, in generale l'essere al mondo è un atto di meticciamento: incontro e scambio che fa nascere qualcosa di differente che non era previsto prima. Per questo l'identità, anche quella reclamata come pura, non può fare a meno dell'incontro con l'altro. Per questo l'ospitalità è una categoria rifondativa. Quello che chiediamo si affermi è il "pensiero ospitale", che descrive l'umano, il reale, perfino il divino diversamente. L'ecumenismo che verrà è quello dell'ospitalità: essere è essere per l'altro e credere è vivere per l'altro. Dalla coesistenza come imperativo giuridico, alla pro-esistenza come appello etico e religioso. La proposta è di aiutare l'ecumenismo ed insieme ad esso il dialogo interreligioso a ripensarsi.