L'Orma di Afrodite" è la descrizione in forma poetica di una singolare ricerca, una sorta di delirio mistico che invade l'autore fin da fanciullo, e l'inseguimento di quella traccia, di quell'orma impalpabile che gli fa scoprire in ogni donna uno scampolo di divinità: ricerca affannosa della compagna giusta, del grande amore, della relazione perfetta e, per contro, del proprio ruolo nei confronti di quella stessa persona e forse dell'intero mondo che lo circonda. In realtà, il titolo dovrebbe più correttamente enunciare: "L'Orma di Afrodite, Atena, Artemide, Demetra, etc." in quanto nel suo ideale di donna egli ricerca non soltanto la gradevolezza estetica, la bellezza di un'Afrodite, ma anche la componente culturale, il gusto per la conoscenza, e l'amore per la natura: quindi non una dea, ma la sintesi di più dee. Nell'esasperato gioco di fantasia, paragona le donne che incontra a divinità o figure mitologiche e, per antitesi, si lancia a corteggiare nei versi la personificazione di altrettante figure mitiche o astratte. Ma il gioco non si esaurisce nel mero fine del corteggiamento, in quanto la genuinità del suo sentimento e la verità intrinseca nel suo bisogno di cantare il femminino, sfumano e defluiscono dai versi dedicati alla madre, alla maestra, a figlia, sorella, amiche e conoscenti."