Questa raccolta di poesie vede inchiostro vivo tra il 1980 e il 1986 su diversi giornali e su "Dispacci", il foglio prodotto e distribuito dall'omonima cooperativa di poesia fondata da Roberto Roversi insieme con l'autore e altri giovani poeti, ma è composta in larga parte di poesie rimaste inedite (seppur lette, alcune di esse, alla radio) e si offre così come un'importante testimonianza di una giovane e "passionata" stagione letteraria. Dalla strage nella stazione di Bologna al disastro di Cernobyl, passando per il terremoto in Irpinia e altri avvenimenti di allora, ritroviamo in questi versi la forte autenticità e padronanza poetica dell'autore, anche nell'espressione dei conflitti dell'età (la personale "guerra dei trent'anni") e di quelli con il mondo, che sembrano gli stessi di oggi. Un esperimento geniale dell'epoca e ora una sorprendente esperienza per il lettore, con lo strazio (anche "sarcastico") che è possibile risentire nella lettura di questi versi che testimoniano la perenne attualità della storia e della poesia.