Il neoliberalismo ha liquidato il liberalismo. Le politiche neoliberali hanno introdotto ovunque la concorrenza, dai servizi pubblici all'università, dalla sanità all'istruzione, fino a estenderla all'intera società. Si è così abbandonato ogni fine sociale e conservato il solo apparato autoritario, essenziale al mercato. Asservito lo Stato all'economia, neutralizzata la politica, scardinati i principi liberal-democratici e la prescrittività delle costituzioni, il neoliberalismo ha condannato la democrazia e il diritto pubblico a una prolungata agonia. Le nuove forme del potere stanno ora pregiudicando, dopo quelle politiche e sociali, anche le libertà economiche, che decenni di politiche neoliberali hanno finito, paradossalmente, per mettere in discussione. Alla sempre maggiore concentrazione dei capitali corrisponde un'inedita centralizzazione delle decisioni, ormai slegate dalle sedi della rappresentanza democratica, ancora formalmente esistenti. Sono ora gli stessi attori del capitalismo transnazionale a governare di fatto l'economia e la società, secondo modalità che rimandano alle pianificazioni dello Stato interventista. Carlo Iannello ricostruisce i contorni di questo "post-liberalismo" oligarchico e illiberale, che può essere contrastato solo ridando forza al progetto profondamente umano contenuto nella Costituzione repubblicana, costruito sul primato della persona rispetto allo Stato e alla tecno-economia.