«Per qualche ragione, i guai vengono sempre a cercarmi» (Frank Sinatra). È una sera del 1962, e se qualcuno fosse entrato per sbaglio nel Forest Lawn Memorial Park, a Glendale, California - un tiro di schioppo da Hollywood - si sarebbe ritrovato davanti un singolare festino: nel mezzo del cimitero, dalle parti della tomba di Clark Gable, avendo appena saputo della morte del boss Lucky Luciano, un gruppetto di amici sta festeggiando a suon di coppe di champagne il fatto di essere ancora vivi. Non solo: vivi e famosissimi. Non a caso si chiamano Frank Sinatra, Sammy Davis Jr., Peter Lawford, Dean Martin, Shirley McLaine. Sono il Rat Pack, attori, cantanti, icone del loro tempo uniti dal glamour e dalle follie di una vita sotto i riflettori... E alcuni, come Sinatra, anche amici di mafiosi, finanziatori di campagne elettorali e grandi sostenitori del partito democratico. Proprio per questo, tra loro, quella notte, c'è anche Charlie Marder, eroe di guerra e membro del Congresso, con la moglie Margaret: a volerli a Hollywood è stato Bob Kennedy in persona, piuttosto diffidente riguardo ai loschi affari di Sinatra & co., del cui appoggio incondizionato la sua famiglia si è avvantaggiata non poco. Così, nel gelido clima della Guerra Fredda, in un'America pazzamente innamorata del suo 'crooner' dagli occhi blu, Marder si trova nello scomodo ruolo di infiltrato a Hollywood. Un lavoro che rischia di abbagliarlo, finché lui e la moglie si trovano, inspiegabilmente, un regalo nel bagagliaio dell'auto: il cadavere di una donna. Comincia così un'indagine che li vedrà costretti ad aprire gli occhi, perché, al di là dei lustrini e delle luci, Hollywood nasconde un lato oscuro. Talmente oscuro che nessun riflettore ha mai osato illuminarlo.