Una delle 24 tavole di "The Pencil of Nature" di William Henry Fox Talbot, il primo libro fotografico della storia, mostra un covone di fieno contro cui è posata una scala, la cui ombra si proietta netta. Da questa fotografia emana una forza singolare, che permette di interrogare l'apparizione stessa dell'immagine e ciò che essa conserva del tempo che scorre inesorabile. L'ombra portata è qui l'oggetto di una vertigine tutta particolare. Che cos'è una ripresa fotografica? Che cosa vi si deposita? A partire da immagini di Talbot, ma anche da quelle di Hiroshima e dell'uomo spazzato via dall'esplosione della bomba atomica, Jean-Christophe Bailly elabora un vero e proprio racconto di formazione che interroga la potenza di finzione di queste apparizioni. Tra la pace della campagna inglese e la violenza annientatrice della bomba atomica è il destino stesso della fotografia che viene messo in gioco.