A detta dei coniugi Korn (lui un filosofo, lei un'antropologa) gli abitanti dell'arcipelago polinesiano di Tonga ignorano la promessa. In questo libro Mario Ricciardi ripercorre gli argomenti dei Korn, e mostra che essi sono basati su gravi fraintendimenti della natura della promessa e di altre forme di impegno. La conclusione cui giunge è che anche a Tonga si promette, ma che la promessa è un'istituzione più complessa di quel che si potrebbe pensare. Le promesse sono infatti un artificio che possiamo comprendere appieno solo guardando alla storia naturale del genere umano, come ha suggerito David Hume, un modo per risolvere problemi di cooperazione emersi nel passaggio dallo "stato di natura" a quello "civile". Sulla scia di Hume e dei suoi epigoni contemporanei, Ricciardi ricostruisce la genealogia della promessa difendendo la tesi che, contrariamente a quel che sostengono i Korn, essa è parte del "contenuto minimo del diritto naturale".