''Lineamenti di filosofia del Diritto'' - pubblicati a Berlino nell'ottobre 1820 - rappresentano la summa del pensiero etico-politico di Hegel, l'ultima opera in volume da lui pubblicata e quella che in definitiva ha più influito nella storia e nel pensiero politico europeo. Con il sottotitolo ''Diritto naturale e scienza dello Stato in compendio'', Hegel stesso chiarisce e precisa il contenuto specifico di questo suo nuovo lavoro: un'esposizione sintetica delle linee fondamentali del processo dialettico di autodeterminazione dell'Idea che ha lo scopo ''di comprendere concettualmente lo Stato e di esporlo come qualcosa di intimamente razionale''. L'oggetto specifico di tale indagine è, appunto, l'autodeterminazione dell'Idea assoluta come Spirito oggettivo: cioè l'Idea del Diritto risulta essere la sfera in cui la stessa libertà, a partire dalla sua determinazione più elementare, si realizza progressivamente come spiritualità oggettiva nella storia del mondo. Tre sono i principali stadi attraverso i quali si realizza il Diritto: 1) il Diritto astratto o formale (libertà in sé); 2) la Moralità (libertà per sé); 3) l'Eticità (libertà in sé e per sé). Pieno compimento dello Spirito oggettivo è lo Stato, ultimo termine della triade dell'Eticità composta anche da Famiglia e Società civile: esso risulta il fine ultimo, la suprema determinazione del Diritto e ''l'immagine e la realtà della ragione divina'', così come la dialettica degli Stati costituisce il progredire della storia del mondo nella quale si manifesta Dio stesso. Questa edizione è stata curata da Vincenzo Cicero, esperto del pensiero e dell'opera di Hegel. Si distingue innanzitutto per l'''Introduzione'' ricca e sintetica, per la cura degli apparati e per la traduzione moderna e scorrevole. Ma il pregio più rilevante del volume è costituito dal testo tedesco a fronte, il quale si configura sostanzialmente come edizione critica dell'opera hegeliana.