"In altra occasione, mi è capitato di affermare che ci sarà sempre un qualche autore che, nella solitudine dei propri studi, ha scritto opere concernenti argomenti anche di rilievo, che tuttavia sfuggono e sfuggiranno ai repertori bibliografici: per l'estraneità dell'autore rispetto ai circuiti nazionali o per l'assenza delle sue opere nelle pubbliche biblioteche: è il caso di Joecher. Così come è il caso del suo plagiario, Raffaele De Chiara. Dedicandomi ormai da molti anni a ricerche giuridico-bibliografiche concernenti il diritto romano più antico, mi è capitato non di rado di imbattermi in tali autori sconosciuti alle bibliografie, anche quelle più accurate: sconosciuti per le loro opere, come anche nella propria stessa biografia. Ma a distanza di secoli, dobbiamo essere riconoscenti a Joecher (ma perfino a De Chiara: che ha ingigantito e moltiplicato il gioco di specchi nei quali ci siamo mossi: e che ci ha divertiti assai...), che ci permette di confrontarci con lui - come con un contemporaneo - nella splendida atemporalità della ricerca bibliografica, in cui tutto si rinnova, ma al contempo si riannoda e si intreccia nel trascorrere dei secoli.