Il fenomeno «libertario» in Russia si è storicamente caratterizzato come una manifestazione composita di tendenze progressiste e conservatrici (liberal'nyj pljuralizm). La coesistenza competitiva delle anime liberali accompagnò tutta l'esperienza libertaria russa, sia durante la «vita» delle Dume di Stato (1906-1917) che in occasione della guerra civile (1918-1921), scoppiata all'indomani dell'ascesa bolscevica tra l'Armata rossa (Raboce-krest'janskaja Krasnaja armija) e l'Armata bianca dei Volontari (Dobrovol'ceskaja armija), quest'ultima, appoggiata dai liberali russi secondo l'ideologia mobilitante dell'antibolscevismo. Dopo il 1917, l'emigrazione liberale russa (Zarubeznaja Rossija), in preda ad un processo di revisione delle contraddizioni del liberalismo, fu protagonista di una scissione e di una rinascita che seguì percorsi anche 'alternativi' alla politica, uniti dall'«urgenza dell'umano». In definitiva, per alcuni liberali russi presenti a Parigi nel 1921, la Russia fuori dai confini (Zarubeznaja Rossija) rappresentò al contempo la fine della politica e l'inizio della «coscienza giuridica internazionale».