Le diciannove tavole di Giovanni Battista Falda incise su rame e pubblicate nel 1683, non sono solo una rassegna dei più importanti giardini della Roma seicentesca e barocca. Sono anche la testimonianza visiva del gusto di un'epoca, che evade dallo stretto ambito della villa per intrecciarsi invece alla storia urbana e sociale di Roma. L'aspirazione di coniugare arte e natura, monumenti antichi e moderni, piacere e genio creativo, paesaggio e fastose dimore, non a caso si lega ai nomi dei Farnese, dei Medici, dei Pamphili, dei Ludovisi. Casate che volevano stupire nel dare una splendida cornice al loro potere e alla loro residenza, e che invece donarono alla città una nuova idea di bellezza. La loro scomparsa rende ancor più necessaria la loro memoria e l'utilità di riproporne una visione e un commento nel testo del paesaggista Alessandro Tagliolini.