La grandezza di Goya come artista, la vertiginosa profondità del suo mondo spirituale, e - soprattutto nel suo ultimo periodo - la potenza visionaria e la tragicità che gli furono proprie e che lo rendono uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, conferiscono un'importanza decisiva a ogni testimonianza, diretta o indiretta, su di lui. Ma non si cerchino in questa preziosissima corrispondenza con il suo amico di un'intera vita, il commerciante di Saragozza Martín Zapater, rivelazioni sui segreti, sulle motivazioni profonde della sua mirabile arte, sulla soprannaturale ricchezza del suo mondo interiore. Su tutto questo Goya tace. Quello che mostra è invece la normalità della sua esistenza: la famiglia, i lutti per i tanti figli morti ancora fanciulli, l'amore per la caccia, i suoi amati cani, le gioie, le passioni, le preoccupazioni economiche, le debolezze. Era dunque un uomo come noi? Come ha potuto raggiungere tali altezze, come ha potuto compiere un'opera che ci sembra soprannaturale, che ci sconvolge, che ci trascende e che resterà per sempre?